Il romanzo di Matilda

Il primo romanzo storico che ripercorre la vita della Grancontessa Matilde di Canossa.

La vita, i lutti, gli amori, le lotte, la caduta, il riscatto, le violenze e le passioni della Grancontessa Matilde di Canossa, un romanzo storico che ricostruisce gli eventi fondamentali della sua vita attraverso l’infanzia, la giovinezza, la maturità e la vecchiaia, cercando di restituire tutta la potenza al personaggio a 900 anni dalla sua scomparsa. In uscita a luglio 2015.

martedì 1 dicembre 2015

Matilde a Roma

La presentazione romana di Matilda mi ha dato la possibilità di vedere e rivedere luoghi che sono rimasti attraverso i secoli a testimonianza della storia e che all’epoca della Grancontessa hanno di certo visto il suo passaggio e la sua presenza.

Sull’Isola Tiberina, il nucleo più antico di Roma, sorge la Basilica di san Bartolomeo all’Isola, sorta nel X secolo sopra le rovine del tempio di Esculapio per volere dell'imperatore Ottone III. Ottone la volle dedicare a sant’Adalberto, suo amico, vescovo di Praga e martirizzato nel 998, e ai santi Paolino e Bartolomeo. Dopo il restauro di papa Alessandro III nel 1180, la chiesa mantenne la dedica solamente per l'ultimo santo. In precedenza, nel 1113, era stato aggiunto un campanile da parte di papa Pasquale II. All'interno si trova un antico pozzo con un bassorilievo raffigurante i tre santi, o forse il Salvatore, sant'Adalberto, san Bartolomeo e Ottone III, realizzato con il rocchio di un'antica colonna da Nicola d'Angelo o da Pietro Vassalletto nel XIII secolo: i romani credevano che l'acqua fosse miracolosa, perché vi si trovavano le ossa dei martiri romani Esuperanzio e Marcello, e un'iscrizione riporta "Os putei Sci sancti circumdant orbe rotanti".

Di fronte all’Isola Tiberina c’è Santa Maria in Cosmedin, famosa per la Bocca della Verità collocata nella parete del suo pronao. La chiesa venne costruita nel VI secolo da papa Gregorio I al posto di due antichi edifici romani, quale diaconia, ovvero centro di assistenza e distribuzione viveri. Il primo dei due edifici romani era un centro per la distribuzione dei rifornimenti alimentari, lo Statio Annonae; l’altro edificio era un monumentale altare di Ercole dedicato secondo la tradizione dal re Evandro al mitico eroe in ricordo dell'uccisione del gigante Caco e i cui resti sono attribuiti a una ricostruzione del II secolo a.C. (secondo alcuni si tratterebbe invece del podio di un tempio dedicato a Ercole da Pompeo); di questo altare rimane il nucleo formato da un grande corpo murario in blocchi di tufo che va a formare la cripta. La chiesa venne ricostruita nell'VIII secolo da papa Adriano I e nuove parti vennero aggiunte nei secoli XI, XII e XIII. Papa Gelasio II nel 1118 fece riparare i danni subiti dalla struttura quasi cento anni prima (1082) a seguito dell’invasione dei Normanni guidati da Roberto il Guiscardo, mentre papa Callisto II, intorno al 1120, fece costruire il portico.

Proseguendo nella passeggiata, sono arrivata alla chiesa di San Giorgio al Velabro, che sorge nella zona fra Palatino, Aventino e Tevere, accanto al Campidoglio e al Foro Romano, proprio dove la leggenda vuole che si impigliò la cesta di Romolo e Remo e dove Romolo tracciò i confini di Roma. Tra VII e VIII secolo fu eretta la chiesa dedicata a Giorgio, santo guerriero della Cappadocia.  

Per approfondimenti, qualche link:
San Bartolomeo all'Isola
ArcheoRoma
Santa Maria in Cosmedin
Via del Velabro

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