Dopo secoli di oblio è stata recuperata l'uva che Matilde di Canossa usava per quel vino frizzante e leggero che tanto piaceva a Gregorio VII. Un vitigno scomparso, finito chissà dove, probabilmente confuso con il Sauvignon blanc se non, addirittura, abbandonato. Grazie all’ampelografia (la disciplina che studia, identifica e classifica le varietà dei vitigni) e ad analisi genetiche fatte dall'Università di Bologna è stato isolato e definito con assoluta certezza questo storico vitigno. L’uva di Matilde ha ripreso vita. E forse proprio lei, la Contessa dal pugno di ferro che governava da Piacenza fino a Modena e che portò la pace tra l’imperatore Enrico IV e Papa Gregorio VII, ne sarebbe fiera.
Leggi tutto l'articolo di Franca Giansoldati su Il Messaggero
L’esame del dna non lascia dubbi: una particolare varietà di uva bianca, la Spergola, coltivata nella zona di Reggio Emilia, è la stessa che veniva utilizzata quasi mille anni fa per produrre il vino di Matilde di Canossa. Un vino leggero e frizzante che venne presumibilmente utilizzato per suggellare la pace tra Papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico IV, dopo che quest’ultimo, per farsi revocare la scomunica, fu costretto ad attendere per tre giorni e tre notti sotto la neve di fronte al portale d’ingresso del castello di Matilde.
Leggi tutto l'articolo di Il Secolo d'Italia
Il romanzo di Matilda
Il primo romanzo storico che ripercorre la vita della Grancontessa Matilde di Canossa.
La vita, i lutti, gli amori, le lotte, la caduta, il riscatto, le violenze e le passioni della Grancontessa Matilde di Canossa, un romanzo storico che ricostruisce gli eventi fondamentali della sua vita attraverso l’infanzia, la giovinezza, la maturità e la vecchiaia, cercando di restituire tutta la potenza al personaggio a 900 anni dalla sua scomparsa. In uscita a luglio 2015.
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