Il romanzo di Matilda

Il primo romanzo storico che ripercorre la vita della Grancontessa Matilde di Canossa.

La vita, i lutti, gli amori, le lotte, la caduta, il riscatto, le violenze e le passioni della Grancontessa Matilde di Canossa, un romanzo storico che ricostruisce gli eventi fondamentali della sua vita attraverso l’infanzia, la giovinezza, la maturità e la vecchiaia, cercando di restituire tutta la potenza al personaggio a 900 anni dalla sua scomparsa. In uscita a luglio 2015.

domenica 6 maggio 2018

Le zone dei Da Palude, i fedelissimi di Matilde

Si parla moltissimo di Matilde, ma non bisogna dimenticare un protagonista attivo del periodo che la vede reggere le sorti dell’Italia come Grancontessa e vicaria di Pietro. Il suo nome è Arduino della Palude,  figlio di Guido di Gandolfo, che apparteneva a una nobile famiglia della bassa reggiana di feudatari dei marchesi di Canossa, che ha origine nel IX secolo dai Gandolfinigi. 

Fedele amico, grande condottiero, maggiore vassallo di Matilde di Canossa e sempre al suo fianco nella buona e nella cattiva sorte, "Dominus Arduinus Widonis filius de Castro Paludis" partecipò a missioni militari e politiche di notevole rilievo, a cavallo fra i secoli XI e XII. Il "castruni Paludis" da cui proveniva, menzionato assai spesso dalle fonti, era posto tra Fabbrico e Reggiolo, in una zona della bassa pianura a nord di Reggio Emilia, detta appunto della "Palude". Con lui la posizione sociale della famiglia si elevò notevolmente, fino a raggiungere uno status mai toccato in precedenza, con possessi sparsi un po' dovunque dalla bassa reggiana all'Appennino.


A poca distanza da Canossa, risalendo il torrente Enza verso Vetto, si entra nei territori che un tempo erano dei Da Palude, discendenti di Arduino: il borgo di Scalucchia è situato sulla sommità di un dosso arenaceo sul Tassaro. Al suo interno, è ancora presente quello che un tempo era il castelletto, dove compare anche lo stemma della famiglia. 



Proprio sulla rupe di fronte, dalla parte opposta del fiume, si ergeva la rocca di Crovara, di cui oggi rimangono pochissime rovine: i ruderi del mastio che dominava il castello, costruito in piena armonia con la roccia sottostante, i depositi e le cisterne di acqua e tracce delle mura difensive che perimetravano l’intera area. Alcune scale e un tronco di colonna suggeriscono dove sorgeva l’antico palazzo feudale. A fianco dell’entrata del castello, probabilmente l’unica, sorge la chiesa dedicata a San Giorgio, e oggi trasformato in un museo è la casa colonica recuperata, probabilmente un tempo un ostello per pellegrini. 


Proseguendo per la strada verso Vetto, infine, si incontra Legoreccio, antica villa del feudo dei da Palude dipendente dal castello di Crovara: nel borgo è situata l’antica Corte dei Da Palude, già residenza della famiglia, con un porticato interno sormontato da un loggiato. All’ingresso del paese fa bella mostra di sé una casa torre, la fortificazione tipica del periodo matildico sull’Appennino.

Questi luoghi sono meravigliosi e si prestano anche a lunghe passeggiate per chi ama il trekking. Alcuni siti consultabili danno tutte le indicazioni in merito ai percorsi e ai punti di interesse. 


Link utili:

Val Tassaro - Natura & Storia
Appennino Reggiano
Monte Casarola
Reggio Emilia Turismo
Chiesa di Crovara

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