Il romanzo di Matilda

Il primo romanzo storico che ripercorre la vita della Grancontessa Matilde di Canossa.

La vita, i lutti, gli amori, le lotte, la caduta, il riscatto, le violenze e le passioni della Grancontessa Matilde di Canossa, un romanzo storico che ricostruisce gli eventi fondamentali della sua vita attraverso l’infanzia, la giovinezza, la maturità e la vecchiaia, cercando di restituire tutta la potenza al personaggio a 900 anni dalla sua scomparsa. In uscita a luglio 2015.

venerdì 13 luglio 2018

Un labirinto di donne nella storia

La Storia è un labirinto di donne che spesso non trovano posto adeguato nei testi di saggistica e non vengono valorizzate nel racconto di imprese che sembrano pensate, volute, avviate e portate a termine solo da uomini. Quando scrivo racconti e romanzi storici, ogni volta che narro le loro vicende drammatiche e i loro atti eroici, cerco di far ritrovare alle donne il posto da protagoniste che si meritano, al pari degli uomini. Da qui nasce il Labirinto di donne nella Storia, che unisce gli archetipi del femminile ai fatti storici, e racconta di donne che hanno fermato un momento di eternità nell’immaginario comune, divenendo simbolo di eternità.

Nella definizione junghiana, gli archetipi sono modelli funzionali innati costituenti nel loro insieme la natura umana: “Il concetto di archetipi è derivato dalla ripetuta osservazione che, ad esempio i miti e le fiabe della letteratura mondiale contengono certi motivi che ritornano sempre e dovunque. Tali immagini e collegamenti tipici vengono denominate rappresentazioni archetipiche. Esse ci impressionano, influenzano, affascinano. Provengono dall’archetipo, di per sé senza forma immaginabile, una preformazione inconscia, che sembra appartenere alla struttura ereditaria della psiche e che perciò può manifestarsi dovunque anche come fenomeno spontaneo”.
Jung, partendo dall’analisi dei sogni dei suoi pazienti, riscontra come certe immagini, concetti e situazioni vissute in sogno e non riguardanti l'esperienza personale, siano in qualche modo innate nella mente umana, o meglio, derivino da un inconscio collettivo, condiviso, ereditato assieme al patrimonio genetico. Gli archetipi sono quindi l'eredità psicologica inconscia: per Jung l'inconscio personale contiene già delle “forme a priori”, che fanno parte dell'inconscio collettivo, e che permettono di trascendere da se stessi, attraverso la funzione simbolica e di procedere nel processo di individuazione. [Archetipi.org]
Secondo Jung esistono dunque dei modelli archetipici legati alle divinità dell’Antica Grecia, che simboleggiano e individuano le qualità energetiche e gli istinti primordiali di cui uomo e donna dispongono. Il pantheon greco è ricchissimo di figure che si ritrovano in epoche e in luoghi differenti e in altre culture con nomi differenti ma identiche funzioni, a testimonianza del filo rosso collettivo che unisce l’umanità dall’alba dei tempi. Le dee sono espressione delle “dee interiori” che una donna incontra lungo tutto l’arco della sua esistenza, ognuna con caratteristiche peculiari, e una sola indicazione: ogni donna contiene tutte le dee, e deve fare in modo che non entrino in conflitto l’una con l’altra per dirsi realmente equilibrata. Artemide, la dea della caccia, indipendente e autonoma; Atena, la dea della saggezza e dei mestieri, mentale e razionale; Estia, la dea del focolare, spirituale e completa nella propria solitudine; Era, la dea del matrimonio, risolta solo attraverso l’unione con un marito che tiene accanto a qualunque prezzo; Demetra, dea delle messi, generosa e accogliente; Persefone, dea dell’oltretomba, matura e sicura di sé; Afrodite, dea di amore e bellezza, sensuale, magnetica e selvaggia.

Ognuna di queste dee rappresenta una parte del sé femminile, e il gioco che ho scelto di fare è stato proprio individuare tra le mie “Interviste impossibili” a quale donna della storia poteva abbinarsi meglio l’archetipo dominante: la mia scelta è caduta su Irene, l’Imperatrice di Bisanzio [che governò l’Oriente dal 797 all’802], su Marozia, la scandalosa Papessa [che da amante del papa regge le sorti di Roma nel 910], su Matilde di Canossa [protagonista della storia europea nel XII secolo] ed Eleonora d’Aquitania [regina di due regni, vissuta tra il 1122 e il 1204]. Per vedere a quali dee le ho “affiancate” basta arrivare a Canossa domenica 15 luglio alle 18 e seguire l’incontro “Un labirinto di donne nella storia. Racconti di donne, che hanno fermato un momento di eternità nell’immaginario comune divenendo simbolo di eternità”. Cercheremo di capire insieme qual è il filo che ci unisce tutte, quale sia il suo significato, e cosa queste grandi donne del passato ci possono ancora dire e insegnare. Vi aspetto.

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