Il romanzo di Matilda

Il primo romanzo storico che ripercorre la vita della Grancontessa Matilde di Canossa.

La vita, i lutti, gli amori, le lotte, la caduta, il riscatto, le violenze e le passioni della Grancontessa Matilde di Canossa, un romanzo storico che ricostruisce gli eventi fondamentali della sua vita attraverso l’infanzia, la giovinezza, la maturità e la vecchiaia, cercando di restituire tutta la potenza al personaggio a 900 anni dalla sua scomparsa. In uscita a luglio 2015.

domenica 12 aprile 2015

Matilde tra Modena e Quarantoli

C’è tanta emozione, ma anche tanta rabbia e tanta amarezza nel viaggio attraverso i luoghi legati a Matilde di Canossa che oggi mi ha portato da Modena a Nonantola, da Nonantola a Sorbara, da Sorbara a Quarantoli, luoghi ancora pesantemente danneggiati dal sisma terribile che ha colpito la Bassa Modenese nel maggio del 2012. Non se ne parla più sui giornali e forse, come spesso capita, si pensa che nel frattempo tutto sia stato sistemato, ma non è così.

Stamane, durante il mio percorso alla riscoperta dei luoghi della Grancontessa, ho potuto constatare che ancora non è stato fatto abbastanza e ancora tanto deve essere fatto per rimediare ai danni, per togliere i puntelli di metallo dalle facciate e dalle absidi crollate, per eliminare le barre di ferro che abbracciano e tengono assieme torri e colonne, per dare di nuovo un volto alle chiese e agli edifici, per fare di nuovo respirare le case e i monumenti della nostra memoria e per riportarli alla rinascita dopo quasi tre anni di sospensione.

Il viaggio si apre a Modena, e non poteva che essere così. A causa della lotta tra papato e impero e del suo ruolo di mediatrice, Matilde ebbe un rapporto tormentato con questa città, ma promosse e aiutò in prima persona i cittadini nella costruzione del Duomo, dal 1997 inserito dall’Unesco nella lista dei siti patrimonio dell’umanità. La Grancontessa si fece promotrice della ricerca delle maestranze ed ebbe un peso anche nella traslazione e nella verifica dei resti del corpo di San Geminiano dalla vecchia chiesa, ormai diroccata, alla nuova in costruzione, come raccontano le cronache della Relatio de innovatione ecclesia sancti geminiani. La prima pietra del duomo fu posata nel 1099, la traslazione di Geminiano avvenne nel 1107, e in entrambe le occasioni Matilde fu presente, segno del prestigio che nonostante gli attriti e i nuovi fermenti della città godeva ancora tra i modenesi.

Dopo Modena, Nonantola, sede dell’antichissima e potentissima abbazia che si inscrisse nella lotta per le investiture tra Gregorio VII  ed Enrico IV.  Nonantola fu dapprima favorevole al papa e successivamente sostenne l'imperatore, subendo l’assedio delle truppe della contessa Matilde. Diversi documenti presenti  nell'Archivio Abbaziale testimoniano che fra le due parti dovette avvenire una riconciliazione, perché sono atti di donazioni che la contessa fece alla Badia.  Da sempre fucina di manoscritti e talenti, l'abbazia nel 1111 vide il monaco Placido scrivere il Liber de honore Ecclesiae con cui vennero gettate le basi per il Concordato di Worms del 1122, con protagonisti l’imperatore Enrico V e papa Callisto II, che pose fine alla lotta tra i due poteri.

Da Nonantola ci si sposta a Sorbara, luogo dove la Grancontessa si prese una clamorosa ed eroica vittoria sulle truppe imperiali guidate dal fedelissimo di Enrico IV, Oberto d’Este. Oggi a ricordo di quella battaglia rimane la pieve di impianto romanico dedicata a Sant'Agata e fatta costruire da Matilde, che a causa delle rovinose piene del Secchia è stata restaurata diverse volte nel corso dei secoli, e che al momento risulta inaccessibile a causa del sisma del 2012.

Da Sorbara, infine, passando attraverso Mirandola, si giunge a Quarantoli, sede della pieve romanica di Santa Maria della Neve, completamente rifatta nel XII secolo su iniziativa di Matilde di Canossa, all'epoca dell'infeudazione a Ugo di Manfredo. Possesso dei Canossa, che  l'avevano ottenuto in enfiteusi dall'abbazia di Nonantola, il territorio mirandolese nel 1115 fu affidato dalla Grancontessa al suo vassallo Ugo, figlio di quel Manfredo che viene considerato il capostipite del gruppo parentale detto dei "Figli di Manfredo". Questo consorzio famigliare, distinto nei rami dei Pio, dei Pico, dei Papazzoni, dei Pedoca, dei Padella e dei Del Fante, faceva parte della piccola aristocrazia terriera di estrazione longobarda che si era rafforzata attraverso il servizio armato prestato alle potenti casate dell'area padana e poi ai Comuni. Al momento la Pieve è inagibile causa terremoto.

Per approfondimenti, qualche link:
Duomo di Modena
Abbazia di Nonantola
Unione del Sorbara
Comune di Mirandola
Pieve di Quarantoli

Il viaggio continua. Tutte le immagini che correlano l'articolo sono di mia proprietà, ne è pertanto vietato l'utilizzo. Per visionare le tappe complete del mio breve viaggio tra Modena e Quarantoli, cliccare qui: Elisella's Instagram Profile

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