Il romanzo di Matilda

Il primo romanzo storico che ripercorre la vita della Grancontessa Matilde di Canossa.

La vita, i lutti, gli amori, le lotte, la caduta, il riscatto, le violenze e le passioni della Grancontessa Matilde di Canossa, un romanzo storico che ricostruisce gli eventi fondamentali della sua vita attraverso l’infanzia, la giovinezza, la maturità e la vecchiaia, cercando di restituire tutta la potenza al personaggio a 900 anni dalla sua scomparsa. In uscita a luglio 2015.

martedì 19 gennaio 2016

Canossa crolla, ovvero un imperdonabile errore di prospettiva

Non amo scrivere sull’onda di emozioni forti, perché il rischio che si corre è quello di essere approssimativi o di non dare chiarezza e linearità a tutto ciò che si vuole dire, dimenticando e tralasciando parti importanti, o semplicemente usando le parole sbagliate nel modo sbagliato. In questo specifico caso però, mi sento in diritto e in dovere di agire subito e dire quello che penso perché la questione è davvero troppo grave e urgente per essere passata sotto silenzio.

Stamane ho aperto la giornata con la notizia che il castello di Canossa va verso la chiusura. La Gazzetta di Reggio qui, la Prima Pagina di Reggio qui, la Repubblica di Parma qui riportano tutti la medesima notizia: problemi burocratici, problemi organizzativi, problemi di dissesto idrogeologico, problemi, problemi, altri problemi. Con la riforma sulle Province, il ristorante e il parcheggio chiusi, la perdita del sostegno economico da parte dell'ente preposto, il castello della Grancontessa è a rischio oblìo. Il luogo simbolo di Matilde, quello per cui è ricordata su tutti i libri di storia, quello per cui è stato coniato il modo di dire "andare a Canossa" forse rimarrà senza custode, in attesa che l'erosione dei calanchi se lo porti via. Ebbene, con tutta l'eleganza che devo sforzarmi di trovare, perché chi mi conosce bene sa quanto sono sanguigna, l'unica cosa che posso dire è: vergogna.


Non è possibile leggere notizie come questa, che finiscono nella lunga lista dei crolli più o meno conosciuti e delle eccellenze storiche artistiche e culturali tutte italiane seppellite dall'indolenza, dall'incuria ma soprattutto dal menefreghismo [tutto italiano pure questo] che dilaga ormai da anni, senza sentire lo stomaco che si attorciglia. Uno schiaffo in faccia a chi ancora coltiva la passione e l'amore per l'eredità storica che lo circonda e lavora per cercare di mantenere vivo l'interesse sul magnifico patrimonio che molti danno per scontato, fino a quando non si rendono conto che non c'è più.

Lo scorso anno ho trovato di una tristezza infinita la scarsa attenzione da parte delle istituzioni sulla figura della Grancontessa, ho trovato sconfortante il fatto che poco o nulla si sia fatto a livello nazionale per dare lustro e visibilità alla figura di Matilde di Canossa: si è lasciato di fatto carta libera alle iniziative individuali dei comuni e delle associazioni quando si sarebbe potuto approfittare delle celebrazioni per i novecento anni dalla sua morte per dare uniformità e carattere internazionale all’evento. Nel mio piccolo ho girato in lungo e in largo per l’Italia a presentare il mio romanzo e ho tastato il polso, ovunque ho incontrato persone interessate e affascinate, ma anche incredule e sbalordite dalla trascuratezza dei “piani alti” nei confronti di una donna così grande e che ha fatto così tanto in vita, da lasciare un’eredità che all’estero ci invidiano. Sono i resistenti, quelli che non mollano, che non si adagiano nel chissenefrega. Il nulla che avanza, il lassismo e la “cultura degli aperitivi” non sono ancora così onnipresenti da impedire agli appassionati di storia, arte e cultura [sì, ce ne sono, posso testimoniarlo] di chiedere a gran voce che si dia più attenzione e più spazio alla tradizione e alle radici, invece che alle futilità e all’inutile.

Proprio per questo non voglio passare sotto silenzio questa notizia che avrebbe dell'incredibile, se solo non fosse così drammaticamente simile a tante altre situazioni tutte italiane che vedono castelli in rovina, palazzi storici chiusi, pievi e chiese crollate, siti archeologici lasciati a marcire e che allo slogan di "con la cultura non si mangia" vengono abbandonati al loro destino senza che vi sia un recupero, una valorizzazione, un rilancio vero [e redditizio] di una ricchezza che viene maltrattata, snobbata, disprezzata ogni giorno. E' ora di finirla. E' ora di invertire il circolo vizioso. E' ora di svegliarsi e capire una volta per tutte che la fortuna va coltivata, non buttata alle ortiche.

La studiosa Selma Sevenhuijsen, grande conoscitrice dei luoghi matildici, che ho intervistato per l'uscita del suo libro su Matilde e ha abitato nella torre ai piedi della fortezza per un anno, ha espresso il suo rammarico e la sua opinione su Facebook: "It is a deplorable (I could also call it absurd) example of how Italy deals with its cultural heritage, that is also European heritage. Because Matilda laid in Canossa the basis for a new Europe. And I could add that Canossa is an extraordinary cultural historical monument that should be given the chance to grow into a new centre of peace and reconciliation instead of being closed for complete unclear reasons." Per chi non conosce l'inglese, traduco:
Si tratta di un deplorevole (potrei anche chiamarlo assurdo) esempio di come l'Italia si occupa del suo patrimonio culturale, che è anche patrimonio europeo. Perché Matilde pose a Canossa le basi per una nuova Europa. E potrei aggiungere che Canossa è uno straordinario monumento storico culturale a cui dovrebbe essere data la possibilità di crescere in un nuovo centro di pace e di riconciliazione, invece di essere chiuso per motivi non completamente chiari.
Forse è il caso di pensarci davvero all'interno dell'Europa ma non come l'ultima ruota del carro. Forse è il caso di pensarci all'interno dell'Europa iniziando a utilizzare in modo razionale, sensato e utile le nostre risorse che sono un patrimonio artistico che non ha eguali e che disprezziamo impunemente, senza ricordare la massima sempre attuale: "si raccoglie ciò che si semina". Per questo bisogna stare molto attenti a seminare ciò che dà buoni frutti. Perdere [anche] Canossa è un gravissimo e imperdonabile errore di prospettiva, che non può portare a nulla di buono. Sensibilizziamo e agiamo perché non sia così.

2 commenti:

  1. semplicemente una vergogna tutta italiana.....all'estero spesso dove ci sono 3 mattoni in croce trovi giustamente il cartello 10 km prima, ho visto tantissime cose valorizzate che da noi sarebbero a catafascio.....ne approfitto per farti i complimenti, ho appena finito di leggere il tuo libro ed è stata una lettura tutta di un fiato, affascinante.....un libro davvero curato che ti immerge nella storia di Matilde nelle sue tante sfaccettature.....complimenti ancora! P.S. sono amica di Elena ed ero a casa sua alla presentazione del tuo libro a Luglio.....ciao!

    RispondiElimina
  2. grazie Annarita, lieta che ti sia piaciuto
    sì, all'estero sono più lungimiranti e intelligenti, dovremmo invertire la tendenza e imparare da loro: fai girare la notizia, condividila, chissà che qualcosa si smuova

    RispondiElimina